Antonio Caprarica

Egr. Direttore,

Ho appena terminato di leggere il suo “Com’è dolce Parigi… o no?” e mi sono goduto con vero piacere le mille assurde sfaccettature del popolo francese che un attento osservatore come lei ha notato, e che in parte hanno confermato quanto da me registrato in anni di vacanze e pernottamenti in Francia.

I racconti che recito agli amici a ogni ritorno d’oltralpe sono conditi di paragoni, che a molti sembrano esageratamente coloriti, tra il mondo anglosassone, teutonico o scandinavo e quello francese. Come posso sostenere che la Francia sia l’esatto contrario di ciò che per secoli ha preteso di essere? Cinica, fannullona, ampollosa, costantemente impegnata a ostentare una grandeur superba e arrogante? Come possono, i francesi, essere convinti di stare saldamente in cima a ogni classifica (tranne di quelle stilate dagli inglesi, ovviamente) se sono contemporaneamente impegnati a mostrare a tutti, tranne a loro stessi, l’esatto contrario?

Mi ha fatto piacere trovarne conferma tra le pagine del suo libro, oltre che notare come non manchi occasione per allungare l’elenco delle bizzarre differenze tra i francesi e gli altri abitanti delle nazioni europee. Non eravamo noi italiani i più instancabili creatori di leggi e leggine e, contemporaneamente, i più lassisti nella loro applicazione? Non eravamo noi i maestri del trovato l’inganno, i costanti inseguitori della proroga con cui allontanare lo spettro dei doveri?

Sia in Francia che in Germania, allo scoccare della mezzanotte dell’ultimo dell’anno, è entrato in vigore il divieto di fumare nei locali pubblici. L’orologio non aveva ancora smesso di battere i rintocchi di saluto al 2008 che, in Germania, severi e incorruttibili barman erano già entrati in azione invitando i clienti dei veglioni, con buone maniere teutoniche, a spegnere le sigarette.

In Francia, invece, le associazioni dei ristoratori non hanno trovato di meglio che chiedere una proroga de facto non tanto dell’entrata in vigore della legge, quanto della sua applicazione, con tanto di moratoria sulle sanzioni. Deliziosamente italiano, ho pensato. Eppure, nonostante la pretesa dei francesi di essere (o di mostrarsi, o ancora di credersi) così diversi da noi italiani, potremmo dire deliziosamente francese.

Stranamente, anche se mi rendo conto che sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, non ho trovato nel suo libro alcun accenno al modo con cui i francesi trattano il pane. Se queste barbare abitudini non costituiscono certamente il più macroscopico degli esempi del tronfio e borioso atteggiamento che veste i francesi, credo tuttavia che si dimostri fortemente rivelatore delle contraddizioni che impregnano questo popolo.

Ricordo una scena davvero emblematica. Lui e lei si avvicinano alla loro auto. Lei deve cercare le chiavi nella borsetta, ma ha la baguette in mano e non sa dove metterla. Dopo un attimo di dubbio decide che appoggiarla sul tettuccio (senza sacchetto, ovviamente) è la migliore delle soluzioni. Lui vede la scena e va su tutte le furie. Le grida qualcosa che non posso capire, ma con un tono decisamente eloquente. Poi prende la baguette e la toglie dal tettuccio. “Ti sei reso conto anche tu che lì si sporca” penso. Sì, probabilmente se ne è reso conto. Ed è per quello che apre il bagagliaio dell’auto e vi lascia cadere il pane dentro. Certo, lì al chiuso starà in un ambiente decisamente più igienico rispetto alla capotte della macchina.

Dopo aver assistito a scene così pensi di non poterti più stupire di nulla. Ma uno degli aspetti più belli del viaggio è veder cadere l’una dopo l’altra le proprie certezze. Siamo a Castelnaud, il paesino in cui è stato girato il film Chocolat. Il panettiere ha sfornato le baguette ed è uscito per le consegne a domicilio. Peccato che uno dei suoi clienti non si sia ancora svegliato. Il panettiere si ferma di fronte all’uscio della casa, diviso tra la necessità di continuare il proprio giro e il desiderio di non disturbare. Poi gli viene un’idea. Come ha fatto a non pensarci prima? Lo guardo allontanarsi con un sorriso soddisfatto dipinto sul volto. Tra lo stupefatto e il divertito non mi resta che fotografare le baguette depositate en plain air sulla buca delle lettere.

Come vede, Direttore, non c’è limite ai francesi. Ma, forse, non possiamo dire lo stesso per tutti i popoli, in tutte le epoche?

Le rinnovo i complimenti per l’acume con cui ha condito il suo libro, a cui non posso che aggiungere quelli ancor più meritati sul modo in cui dirige il giornale di Radio Due.

Commenti

Betty ha detto…
io non ho viaggiato molto. Comunque in ogni popolo c'è il rompiballe. Austriaci, Trentini e Svizzeri, sono scomodi. Gli inglesi non so. Gli irlandesi sono affabili, gentili, adorabili. I francesi non riesco a digerirli! La loro lingua mi irrita e poi non hanno il bidet! Ma se non conosci la loro sgradevole pronuncia, non ti aiutano. Mi devo fermare!
Che stiano perdendo colpi però, e evidente: ma chissenefrega della Bruni e di Sarchozy!!!
Patty ha detto…
e cosa diranno francesi e italiani quando uscirà il nuovo libro di Caprarica "Italiani brava gente.. o no?"?!
Secondo me ci vuole sempre un po' di autoironia...
Andrea Borla ha detto…
@Betty: un popolo senza bidet non ha futuro.

@Patty: dopo inglesi e francesi, Caprarica si cimenta con gli italiani? E dove è ha dato l'annuncio in anteprima? Da Vespa, ovviamente. Comincio a pensare che a nostro confronto i francesi non siano poi così impossibili da digerire.
Anonimo ha detto…
la storia del pane è drammaticamente emblematica...

la farina corrode la carrozzeria evidentemente!!

vive la france!
Anonimo ha detto…
Gentile Andrea,
mentre ricercavo su Internet qualche notizia sul dottor Caprarica mi sono imbattuta nel tuo blog e ho letto con piacere la lettera che gli hai spedito,e con altrettanto piacere ho notato che ti ha risposto,raro di questi tempi!
Ma lui si sa,è un vero Gentleman..
Io mi chiamo Lucia e vivo temporaneamente per lavoro in Olanda.E' da un pò che avevo in mente di scrivere al Direttore,essendo una sua ammiratrice,per congratularmi con lui per il suo libro e magari aggiungere qualche riga su come vivono gli Olandesi...nel caso abbia intenzione di farne uno anche su di loro...chissà! ;-)
Lo intitolerei..L'Olanda è piatta..e gli olandesi?Pure..
A parte gli scherzi,ho voluto scriverti due righe per chiederti se cortesemente mi manderesti l'indirizzo e-mail che hai utilizzato,così potrei scrivergli anche io sperando in una risposta!
A proposito delle baguettes francesi...sono stata in Francia d'estate per ben 2 anni di fila..sapessi le cose che ho visto!Quel modo di mantenere la famosa ciabatta d'Oltralpe con solo una pezzetta di carta tra le mani..direi quasi con nonchalance..in bici..a piedi..in moto..e le donne..quasi avessero una borsetta di Chanel..eheheheh..
E' comunque affascinante osservare le altre culture..i miei preferiti in assoluto sono gli Irlandesi.Affabili,cortesi..
Qui in Olanda hanno i loro modi di fare,davvero unici!
Un esempio:se vieni invitato un pomeriggio a casa per una chiaccherata,aspettati subito un bel caffè (non espresso,ovviamente) o del tè...e una fetta di torta (affogata nella panna)..fin qua niente di particolarmente stano..se non ti dicessi che la parentesi dolce è subito seguita da bibite, o vino\birra e cubetti di formaggio,salamini,crostini spalmati di ogni genere di cremina a base di maionese!!!!
Ebbene sì,prima il dolce,e subito dopo...il salato!!!E' il loro modo di fare..Si chiacchera e si sgranocchia continuamente,adagiati in comodissimi sofà..luci soffuse..(questa è un'altra loro particolarità,a casa,nei locali alla sera..la luce è sempre poca e soffusa e proveniente da varie lampade,mai da una grande e centrale,persino durante i pasti..).. e poi ci sono le biciclette...il giardino,persino il più piccolo,curato come se fosse un salotto..i bambini a letto alle 20 persino d'estate,le tende sempre aperte per mostrare gli interni,anche alla sera..Ci si potrebbe davvero scrivere un libro! :-)
Spero che queste piccole curiosità ti abbia fatto sorridere..
Ti ringrazio anticipatamente per la tua cortesia,spero tu possa farmi avere l'indirizzo del Direttore al più presto.
Se poi mi risponderà divertito e incuriosito sugli usi e costumi olandesi...te lo farò sapere senz'altro!
Gentili saluti..
Lucia
Anonimo ha detto…
"@Betty: un popolo senza bidet non ha futuro..."

Caution, FRIENDLY FIRE!

Tu vas causer de la peine à l'archétypique vieux pompeux pédé italien à cravate rose en attaquant ainsi son anglomanie.

Le bidet est une invention française restée fréquente dans le Sud de la France, généralisée à tous les pays méditerranéens et arabes (ça existe aussi au Japon), mais totalement absente du reste de l'Europe. Tu me diras combien tu en as vu en Scandinavie ou Grande-Bretagne...

C'est vrai qu'en France, les constructions modernes suivent maintenant le modèle anglo-germanique, avec siège de toilette et douche/baignoire en deux lieux séparés.

Les Anglais sont choqués à la vue des bidets dans les vieilles salles de bains parisiennes (pour eux, le bidet est un perversion typiquement française). Il n'admettent pas de voir un objet qui réfère au cul dans une pièce en principe consacrée à l'élégance corporelle. Un immémorial tabou anglo-saxon interdit de faire cohabiter en un même lieu odeurs de pipi + caca et parfums de savon et eau de toilette.

Valdotâ-in-France
Andrea Borla ha detto…
@Lucia: Gli olandesi, insieme agli scandinavi, sono al top della mia classifica. Un popolo che può permettersi le tendine perché a nessuno verrebbe mai in mente di mettere il naso in casa d’altri, va immediatamente al primo posto.

Per scrivere a Caprarica sono andato sul sito di Radio2 (lui è il direttore) e ho scritto la mail mandandola alla Redazione. Nell’oggetto ho indicato “alla c.a. Antonio Caprarica”. Ha funzionato, perché gliel’hanno girata. Dopo un mesetto mi è anche (inaspettatamente) arrivata una risposta, cosa davvero rara.

@Valdotâ-in-France: "Tu me diras combien tu en as vu en Scandinavie ou Grande-Bretagne..."
Nessuno, ovviamente. Al nord Europa è normale vedere i bambini camminare scalzi negli autogrill. E in Gran Bretagna trovare la moquette nei bagni (!) o le tavolette dei gabinetti in legno (!!!), due cose non troppo igieniche. Poi, sai, con la storia dei rifiuti di Napoli, non è che noi italiani possiamo dare lezioni di pulizia a nessuno.
Anonimo ha detto…
"in Gran Bretagna la moquette nei bagni (!) o le tavolette dei gabinetti in legno (!!!)"

-- Anche molto frequente in Francia e Belgio... :(

Valdôta-in-France
Anonimo ha detto…
Vorrei che vi frenaste un po' nella vostra foga elogiativa del buon Caprarica.
Innanzi tutto non ha un sito web suo, mentre tutti gli scrittori stranieri anche famosissimi ce l'hanno con relativa e-mail dove scrivere loro.

Lui no irraggiungibile, siti RAI a parte, anche se lì non esiste la lettera al Direttore.

Ho letto il suo ultimo libro sugli Italiani, tutte cose molto solleticanti ma...

Prendiamo ad esempio il nepotismo e le raccomandazioni politiche.
Lui è ex (ex?) comunista vedi Unità e Paese Sera e questo magari non lo ha danneggiato alla RAI che notoriamente non è sanfedista.
Poi gli emolumenti dei manager denunciati nella loro scandalosità, giusto ma il suo?
Siamo probabilmente ai livelli di quello di Vespa che magari conoscerete , quindi...
Poi della sua famiglia tace, forse i suoi figli saranno costretti a fare umilianti colloqui in cerca di un lavoro qualunque come i figli di nessuno visto che si dichiara assolutamente impervio alla raccomandazioni!

State sempre molto attenti prima di glorificare i furbetti nostrani, non bastano un sorriso accattivante e qualche bella trovata per essere una persona di rilievo.
Andrea Borla ha detto…
La mia impressione, dopo averlo sentito parlare per anni quando faceva il corrispondente da Londra, è che sia una persona di alto acume intellettuale. Purtroppo non ce ne sono molti, così, in giro, a prescindere dalla parte politica o dal passato. Ormai, sono nelle condizioni di stimare l'intelligenza "a prescindere".
Dell'ultimo libro ho letto solo una decina di pagine e le ho trovate molto divertenti e provocatorie, sin dalle citazioni iniziali. Una dice che per un italiano la linea più breve per unire due punti è l'arabesco. E non ha per nulla torto.
Andrea Borla ha detto…
Dimenticavo. "Lui no irraggiungibile, siti RAI a parte, anche se lì non esiste la lettera al Direttore."

Come potrai notare dall'etichetta "lettere" dei post del blog, ho scritto a un bel po' di persone. Caprarica è l'unico che mi ha risposto. Non è per nulla irraggiungibile, anche se (come forse dovrebbe essere per ogni giornalista e soprattutto per ogni direttore di un tg del servizio pubblico) non ha un sito internet personale.
Come dicevo rispondendo a un commento sull'altro post su Caprarica, mi sono limitato a scrivere una mail alla redazione del tg di radio rai mettendo nell'oggetto "c.a. Antonio Caprarica". Dopo qualche settimana mi ha risposto. Quelli irraggiungibili sono fatti diversi.
Anonimo ha detto…
Quale RAI 1 o 2?
E poi dove è scritto che essendo direttore RAI non possa avere un suo sito?
Lo avrebbe come scrittore.
Io penso che molto di quello che ha scritto sugli Italiani, specie su quelli che contano, possa applicarsi a lui stesso.
Una cosa certamente è verissima: gli Italiani hanno bisogno di qualcuno da venerare come guru e di cantare le lodi, in questo blog se ne vede l'esempio.
Persone di potere e di soldi, e lui lo è, perbene non ne esistono.
Esistono però molti furbacchioni che sono bravissimi incantatori.
Anonimo ha detto…
bellissiamo topic hahah, ora scusa scappo subito che ho la baguette sotto la doccia :)
LatinMix ha detto…
Carissimo Andrea
Cercando notizie su Antonio Caprarica mi sono imbattuto sul tuo blog. Premetto subito che sono cittadino francese. Nato in Francia da padre palermitano e madre francese, ho diviso la mia vita tra Parigi, Saint Germain en Laye e Palermo, con una parentesi di 4 anni tra Svizzera e Germania; sono sopravvissuto ai modi sgarbati dei miei compatrioti ed al casino di Palermo!! Sono praticamente indistruttibile! Ho letto il libro di Antonio Caprarica, anzi, me lo sono bevuto in un giorno! Vorrei precisare due cosette a Valdotâ-in-France: non te la prendere, è tutto vero; in fin dei conti questo libro insegna ad amarci malgrado il nostro carattere e, malgrado i toni accesi (in alcuni casi non abbastanza), è una cortesia da parte di un cugino latino. E poi, un pò di sana autoironia non rende la vita più allegra? Mi sembra dunque eccessivo, oltre che inutilmente offensivo, tacciare l'autore di "vieux pompeux pédé italien": è da maleducati e da sgarbati (il tuo lato transalpino ? ;-)...

La lettura di questo libro mi ha divertito moltissimo, proprio perchè ho rivisto "madame la concièrge" che si incavola per nulla (n.b. lo fa anche con i francesi, credetemi), il commesso che ti ignora e la cassiera che ti fulmina con gli occhi perchè hai comprato "solo" una baguette...E' TUTTO VEROOOO!!!! Non solo con gli stranieri...A tal proposito aggiungo una mia esperienza personale:
qualche anno fà mi sono dovuto recare a Londra per lavoro, con il mio bravo bagaglio di pregiudizi sugli "altri cugini" (oltre che latini siamo anche celti) e, avendo smarrito il mio passaporto, mi sono rivolto al consolato francese più vicino. L'impiegata che vi ho trovato mi ha trattato come una pezza, "nous n'avons pas que ça à faire". A questo punto mi sono mosso all'italiana: telefonata-cugino-ministero-esteri, discussione-console-in-persona, cazziata all'impiegata (oui madame, vous avez que ça à faire).

E gli inglesi? Ho incontrato persone tra le migliori che abbia mai conosciuto...

Confermo quanto detto da Andrea sulla questione baguette, ma sull'argomento bidet ho le mie riserve:
la parola francese "bidet" indica un cavallo piccolo e tozzo, niente di strano quindi se si sia chiamato questo strumento con questo nome; il modo di sedersi è quasi lo stesso. Sull'origine geografica non sono documentato; si tratta comunque di un paese francofono (magari la Val d'Aosta...) Come dice Valdotâ-in-France, sono piuttosto rari nelle nuove costruzioni, ma comunissimi in quelle vecchie, specie nella metà sud del paese. Personalmente, a Parigi, ne ho visti solo 2: il mio (et oui, papa est italien) e quello di un albergo.

Sarebbe bello se il libro in questione fosse tradotto in francese, e se non è stato fatto mi offro volontario: forse ci aiuterebbe a guadagnare un pò di "Grandeur d'âme" in più e a tralasciare l'idea della Grandeur tout court che ci rende tanto antipatici, offuscando le indubbie qualità che, come tutti i popoli, abbiamo.

A presto, spero
François
Andrea Borla ha detto…
Hai ragione Francois. E poi Caprarica ci ha reso la pariglia con il suo ultimo libro sugli italiani (trovi un post apposito in home page del blog).
Ci vuole solo una buona dose di autoironia: non ti dico cosa non dice degli italiani!!!
Sul bidet... guarda, alla fine è solo un pretesto epr far polemica: una doccia risolve tutto. Eppure, appena mi sono iscritto su Facebook (cerca nel blog: c'è un post apposito), la prima richiesta di adesione a un gruppo che mi è arrivata è "Gruppo per la diffusione del bidet in tutti i paesi civilizzati". Penso sia un pallino degli italiani. Che poi, magari, ce l'hanno ma non lo usano.
Mentre la questione del pane è veramente inquietante, soprattutto perchè, di per sè, la baguette appena sfornata è una vera delizia. Il trucco è finirla subito: il giorno dopo sembra fatta di un altro materiale.
Torna ancora a trovarci.
Anonimo ha detto…
@Valdotâ-in-France e tutti gli altri francesi che scrivono su questo sito:

La massa del popolo francese e', lo dico perche' lo conosco bene (in Francia ci ho vissuto per 9 anni, quando Antonio Caprarica dopo 9 mesi e' scappato a gambe levate), molto limitata, ha "l'esprit tres court" ed estremamente invidiosa di chi e' migliore di lei. Mi vogliate scusare, ma il nostro cervello vale qualcosa di piu' del vostro. Questo e', almeno, quello che dicono tutti gli Italiani appena andati a vivere in Francia, che hanno la possibilita' di scambiarsi delle opinioni tra di loro. Tra l'altro, caro Valdotâ-in-France, per noi Italiani i froci sono sempre stati i Francesi. Quindi, se mai, il "pede'"/frocio non e' Antonio Caprarica ma magari sei proprio tu. Senza parlare degli impotenti che mi e' capitato d'incontrare.. E dire che non ho avuto nella mia vita tutti i partner che hanno alla mia eta' le mie "cugine" d'Oltralpe...
Inoltre non ho mai conosciuto una donna francese intelligente, dico anche purtroppo perche' in 9 anni mi avrebbe fatto molto piacere farmi un'amica ma, con le oche, non lego proprio. Pero', caso strano, ho molte amiche di tutte le altre nazionalita' ovviamente compresa la mia.
Mi rivolgo anche agli Italiani che hanno scritto su questo blog, purtroppo ne ho visti molti e non sono solo in questo sito: quando arrivai in Francia un tecnico molto a modo mi disse: "meno male che qui e' arrivato Giulio Cesare, se no, qui a quest'ora, saremmo tutti dei selvaggi". Lui, lo riconosco, era uno in gamba.

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