Varie ed eventuali

Tv
Grazie a Francesco Richiardi e alle sue capacità tecnologiche ad ampio spettro (dalla riparazione di un frullatore a valvole alla digitalizzazione di immagini da vhs), e grazie anche a You Tube, ho potuto pubblicare sul mio sito la registrazione dell’intervista su Primanetenna. Dopo averla vista… su le palette, per cortesia. Votiamo la stempiatura, la spigliatezza, la chiarezza di esposizione. Da zero a dieci, come direbbe Ligabue. Vietato commentare “assomigli a Mazzini” o “ma ti è venuta la barba bianca!”.
Fuori da FNAC
E a proposito di barba… “Ehi!” mi chiama un venditore ambulante. È un nordafricano, di carnagione piuttosto chiara, con il viso sbarbato solcato da un enorme sorriso. “Ehi, tu, che hai una barba come uno dei nostri! Compra qualcosa!”
Mentre mi interrogo sul significato dell’espressione uno dei nostri, lui continua: “Hai la barba come uno di Marrakech”. Marrakech, per me, è sinonimo di Gabriele Salvadores, ma nulla più. Nel dubbio fuggo spaventato, non da lui, ovviamente, ma dalla possibilità di assomigliare a uno di Marrakech, qualunque cosa questo voglia dire.
Faccio pochi metri. Mi ferma un altro venditore ambulante. “Ehi, barbetta di Marrakech!” mi chiama. La mia fuga diventa cieca e irrefrenabile.
Vasco
“Il concerto di Torino non è stato molto bello” osano dire alcuni. Ah, certo, se quando Vasco attacca “Anima fragile”, “Vivere una favola”, “Ciao” e addirittura “Voglio andare al mare”… e la gente non batte ciglio… allora fate altro, per cortesia. Per quanto mi riguarda il 22 settembre si replica. “Domani sì, adesso no”.
Cacciatori di storie
Qualche giorno fa mi interrogavo su come finire un post del blog. Poi, dopo alcuni giorni, trovo la risposta sull’inserto TorinoSette de La Stampa: “AAA Cercasi cacciatori di storie per libri, film, poesie, spot” titola un articolo. Cito testualmente (dove vedete scritto Scuola Holden leggete tranquillamente Alessandro Baricco):
“Cerchiamo cacciatori di storie: con questo slogan la Scuola Holden apre le selezioni al Master in tecniche della narrazione, giunto alla 14a edizione. Venticinque posti, due anni di lezioni e laboratori, sei ore al giorno da ottobre e maggio”, una didattica sperimentale in continua evoluzione e oltre cento docenti presi a prestito dalle loro professioni. (…) Per iscriversi non è necessario un diploma o una laurea ma ci sono dei limiti di età: minimo 19 anni e massimo 30. Bisogna scrivere in due cartelle il proprio percorso di formazione e presentarsi al colloquio con qualcosa da raccontare (un libro, un film, un amuleto) e qualcosa da mangiare. Il costo del master è di 6mila 200 euro l’anno (iva inclusa).”
Ecco la soluzione a tutti i miei dubbi: un master in tecniche della narrazione. Studi, paghi… o meglio paghi, studi… e qualcuno ti spiega come si diventa uno scrittore famoso, o almeno come finire degnamente i post del blog senza affidarsi a un semplice e lapidario punto e basta. Due soli dubbi: a cosa serve l’amuleto che l’articolo consiglia di raccontare in alternativa a un libro o a un film? E soprattutto… perché bisogna portarsi dietro da mangiare? Misteri del mondo della scrittura.
Grazie a Francesco Richiardi e alle sue capacità tecnologiche ad ampio spettro (dalla riparazione di un frullatore a valvole alla digitalizzazione di immagini da vhs), e grazie anche a You Tube, ho potuto pubblicare sul mio sito la registrazione dell’intervista su Primanetenna. Dopo averla vista… su le palette, per cortesia. Votiamo la stempiatura, la spigliatezza, la chiarezza di esposizione. Da zero a dieci, come direbbe Ligabue. Vietato commentare “assomigli a Mazzini” o “ma ti è venuta la barba bianca!”.
Fuori da FNAC
E a proposito di barba… “Ehi!” mi chiama un venditore ambulante. È un nordafricano, di carnagione piuttosto chiara, con il viso sbarbato solcato da un enorme sorriso. “Ehi, tu, che hai una barba come uno dei nostri! Compra qualcosa!”
Mentre mi interrogo sul significato dell’espressione uno dei nostri, lui continua: “Hai la barba come uno di Marrakech”. Marrakech, per me, è sinonimo di Gabriele Salvadores, ma nulla più. Nel dubbio fuggo spaventato, non da lui, ovviamente, ma dalla possibilità di assomigliare a uno di Marrakech, qualunque cosa questo voglia dire.
Faccio pochi metri. Mi ferma un altro venditore ambulante. “Ehi, barbetta di Marrakech!” mi chiama. La mia fuga diventa cieca e irrefrenabile.
Vasco
“Il concerto di Torino non è stato molto bello” osano dire alcuni. Ah, certo, se quando Vasco attacca “Anima fragile”, “Vivere una favola”, “Ciao” e addirittura “Voglio andare al mare”… e la gente non batte ciglio… allora fate altro, per cortesia. Per quanto mi riguarda il 22 settembre si replica. “Domani sì, adesso no”.
Cacciatori di storie
Qualche giorno fa mi interrogavo su come finire un post del blog. Poi, dopo alcuni giorni, trovo la risposta sull’inserto TorinoSette de La Stampa: “AAA Cercasi cacciatori di storie per libri, film, poesie, spot” titola un articolo. Cito testualmente (dove vedete scritto Scuola Holden leggete tranquillamente Alessandro Baricco):
“Cerchiamo cacciatori di storie: con questo slogan la Scuola Holden apre le selezioni al Master in tecniche della narrazione, giunto alla 14a edizione. Venticinque posti, due anni di lezioni e laboratori, sei ore al giorno da ottobre e maggio”, una didattica sperimentale in continua evoluzione e oltre cento docenti presi a prestito dalle loro professioni. (…) Per iscriversi non è necessario un diploma o una laurea ma ci sono dei limiti di età: minimo 19 anni e massimo 30. Bisogna scrivere in due cartelle il proprio percorso di formazione e presentarsi al colloquio con qualcosa da raccontare (un libro, un film, un amuleto) e qualcosa da mangiare. Il costo del master è di 6mila 200 euro l’anno (iva inclusa).”
Ecco la soluzione a tutti i miei dubbi: un master in tecniche della narrazione. Studi, paghi… o meglio paghi, studi… e qualcuno ti spiega come si diventa uno scrittore famoso, o almeno come finire degnamente i post del blog senza affidarsi a un semplice e lapidario punto e basta. Due soli dubbi: a cosa serve l’amuleto che l’articolo consiglia di raccontare in alternativa a un libro o a un film? E soprattutto… perché bisogna portarsi dietro da mangiare? Misteri del mondo della scrittura.
Commenti
Ciao barbetta.
@Anonimo: be', in In prima persona i miei personaggi ne dicono di cotte e di crude sulle donne... salvo poi essere in loro completa balia. Ah, queste donne!
@Betty: sì, è un dramma: nemmeno io posso più partecipare al corso di Baricco. Non imparerò mai a scrivere. Questo è il (vero) problema. Però... la nuova 500 no! Ci sono salito e ho dovuto tirare indietro la parte interna del tettuccio apribile! Sono alto poco più di 1,82 e non ci sto dentro! Un disastro...