Facebook (2)

La domanda di una studentessa sull’incomunicabilità tra i protagonisti di Odio mi aveva dato la possibilità di parlare ai ragazzi di qualcosa che conoscono da vicino: Facebook.
Nella nostra società, l’incomunicabilità che affligge i nostri rapporti con il prossimo nella vita reale si scontra con un eccesso di comunicazione virtuale. È un concetto risaputo, eppure connotato da risvolti inquietanti. Ha ragione Stella Iasiello: perché le persone che mi ignorano nella realtà mi mandano continue richieste di amicizie su Facebook? E io aggiungo: perché ricevo richieste di amicizia da persone che abitano a pochi metri da casa mia? Suonami il campanello e Sali a prendere un caffè, piuttosto.
Ho notato che, entro certi limiti, Facebook ha lo stesso effetto dell’LSD: riporta a galla brandelli di passato che avevamo cancellato. Nessuno si interroga sul motivo che ci ha spinto a obliare una parte del nostro vissuto, ma tanto fa.
Noto però che l’atteggiamento di uomini e donne rispetto a questo social network è profondamente diverso, soprattutto nella ricerca e nel contatto con gli/le ex. Quando gli uomini si imbattono nelle fanciulle del loro passato pensano ai momenti trascorsi insieme, quasi sempre con una punta di compiaciuto voyerismo, mentre le donne sembrano più incuriosite da un altrettanto compiaciuto “guarda come si è ridotto quello lì”.
“Mi sono iscritto a Facebook e sono molto depresso: ho solo due amici” mi confida una voce al telefono. Solitudine da network, un paradosso sconosciuto nel mondo della conoscenza facile. Altri, però, vivono un sentimento contrario: “ho raggiunto i 100 amici!” esulta qualcuno. Bene, e adesso cosa te ne fai di tutta quelle folla? E io che di amici ne ho giusto 71 (omm’e’mmerda) cosa dovrei dire?
Ma soprattutto, c’è veramente da disperarsi o da esultare? Distinguere tra la vita reale e un’altra vita, di conseguenza irreale, mi sembra già abbastanza inquietante. Eppure così è, se vi pare: altrove, le opere d’arte create su Second Life sono in vendita a migliaia di euro in gallerie o musei del nostro mondo. Non c’è quindi da strapparsi le vesti, soprattutto se sono state cucite addosso al nostro avatar da un sarto virtuale

Commenti

Anonimo ha detto…
concordo sui due diversi approcci, maschile e femminile...

io ho ritrovato molta gente del passato che nemmemo la psicanalisi...
per alcuni è stato un incotnro casuale
"ah tu?"
per altri una bella sorpresa, un riallacciare contatti ahimè persi...
in generale continuo a pensare che sia una vetrina per (noi) esibizionisti e un gran bel modo per perdere tantissimo tempo, roa che pare che i blog non vadano più di moda se non nelle paroel dei politici e dei giornalisti (democrazia dei blog, informazione via blog)...

:-)
Anonimo ha detto…
Mi lascia perplessa la tua "analisi" di Facebook.
Personalmente non credo sia vero il fatto che, voler fare amicizia con qualcuno che appartiene alla nostra vita passata, sia solo per farci vanto delle nostre amicizie in rete.
Le persone da me reincontrate sono persone a cui tenevo molto e di cui (visto il lungo tempo trascorso) non sapevo più nulla, indirizzo, n° di telefono, ecc.
Mi sembra molto limitativo ciò che sostieni.
E poi, non ci sei pure tu su Facebook? Voyeur della rete?
Profondamente delusa. Viola.
Andrea Borla ha detto…
@La Gatta: è vero, sembra che i blog non siano più così amati. A me tocca inserire i riferimenti del mio blog su facebook... ma a che punto siamo ridotti?
@Viola: non è questione di farsi vanto degli amici, e non metto in dubbio che reincontrare le persone care del proprio passato sia molto bello (guarda noi due: si siamo “rivisti” dopo anni proprio grazie a Facebook). E, ovviamente, anch’io sono su FB, come dicevo nel post precedente sull’argomento, esattamente come ho uno spazio su myspace, un blog, un sito internet… l’unica cosa a cui ho resistito è Second Life: ci mancava anche il mio avatar a forma di scoiattolo!
Però un certo voyerismo c'è: un amico ha sintetizzato il concetto con "la bacheca serve per farsi gli affari degli altri pubblicamente, mentre i messaggi o la chat servono per farsi gli affari degli altri privatamente"
Poi, ovviamente, anch'io scrivo sulle bacheche degli altri e chatto quando posso ;)

Post popolari in questo blog

Racconti?

Wikipedia: fontare o non fontare

Facebook (4) – Libertà di diffusione