Salone del Libro 2009

Boh, sarà che non è periodo, ma questo appuntamento mi ha un po’ deluso. Il Salone della crisi, potrei dire, una crisi più di valori che di carattere economico.
Tutto appare ai miei occhi come sotto tono, per visitatori, per espositori e soprattutto per un contesto editoriale che, a Torino, trova il suo palcoscenico ideale fatto di scandali e di presunti eroi chiamati a salvare un mondo fatto di libri.
In maniera del tutto egocentrica salvo le iniziative della Tespi, che organizza dei reading nonostante l’angusto spazio del suo stand, e presenta i nuovi libri della collana Ducas tra cui quello del torinese Alessandro Del Gaudio. E poco altro.
E allora, preso dallo sconforto, fuggo via. Destinazione Orbassano, per incontrare alcuni amici. È così che mi imbatto, casualmente, in una presentazione dei libri “Al di là della neve” e “Libera voce” di Rosario Esposito La Rossa, un ragazzo che ha avuto il coraggio di raccontare la vita a Scampia e che collabora con l’Associazione Libera di Don Ciotti, per la lotta contro tutte le mafie.
In piedi, in mezzo a una via pedonale e nonostante la deliziosa precarietà del contesto, qui respiro quella verità che il Salone, con i suoi sfarzi e le sue pomposità, ha perso di vista da anni. Sempre che ci siano mai stati.

Commenti

Iburo ha detto…
Grazie, carissimo!

A leggere i nostri rispettivi post qualcuno può pensare che abbiamo visto due saloni diversi, ma non è così. Un saluto. :)
Emiliano. ha detto…
Che vuoi farci. La Fiera di Torino ha perso il suo spirito da molto, molto tempo. Sembra più il mercato del pesce che un luogo dove si vende cultura.
Però, pur rispettandola, non condivido la tua scelta. Alla fine si sfrutta ogni occasione, per quanto piccola e "seccante" sia. Comunque, io il tuo libro ce l'ho e lo devo ancora leggere. Ma non temere: lo farò!!!!
Per la recensione del mio libro, cosa devo fare? Mandarti il libro? Non so, dimmi tu.
Un caro saluto.
Emiliano.
Betty ha detto…
Dipende cosa cerchi. Sono andata in un momento tranquillo, in cui non avevo nessuno che mi tirava gomitate. Certo, meno acquisti. Fanno sempre tenerezza,quella tenerezza amara, quelle piccole realtà editoriali, assiepate e abbandonate. Un po' tutti stanchi, certo. Persino Guccini, che ho incontrato, accucciato (come lo può essere un uomo della sua mole)in uno stand, con la tipica faccia da snob delle persone famose, anche quelle di grandi ideali come lui. Stanco, molto stanco e scazzato lui pure.per me che scendo dalle montagne, resta però uno svago importante. Forse il salone, lo aprono per le persone come me.

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