Pubblicità Baricco (2)

La pubblicità è l’anima del commercio e, bisogna avere il coraggio di ammetterlo, la scrittura è oggi un prodotto non troppo dissimile dai pelati o dalle merendine. Un esempio? Il connubio tra 1) pubblicità 2) prodotto industriale e 3) pseudo concorso letterario incontrato negli aforismi trasformati da Moccia in frasi da cioccolatino.
Mi sono permesso di battezzare questo meccanismo “effetto televoto”: fare leva sul bisogno di partecipazione del pubblico per intascarsi un bel po’ di soldi. Tanto semplice quanto geniale.
Quello che mi stupisce è la bravura (il dono?) che hanno certe persone nell’inventare sempre nuove variazioni sul tema. Cambiano gli addendi, ma non il risultato finale: o’ bisnìs. Baricco, massimo esperto di questo campo, riesce costantemente a stupirmi. Non bastava la prestigiosa scuola Holden, e nemmeno il corso per sfornare provetti scrittori pubblicato da Repubblica e L’espresso. No, bisogna trovare nuove idee per ampliare il mercato. La soluzione? Lo yogurt, ovviamente.
Nel nuovo spot Muller/Baricco/Holden non si parla di regolarità intestinale, e di questo dobbiamo ringraziare il dio dei fermenti lattici. Non posso nascondere, tuttavia, che dopo averlo visto una certa motilità si è spontaneamente manifestata nelle mie viscere.
Il concetto è insieme semplice e complesso, tanto che sento il bisogno di schematizzarlo per arrivare a una sua più profonda comprensione:
• ci si registra sul sito http://www.blusubianco.it/;
• nel periodo dal 21 aprile al 9 giugno, una volta alla settimana (come il sesso o la doccia?), un incipit verrà proposto agli aspiranti scrittori;
il processo creativo, stimolato dagli yogurt ingurgitati, produrrà racconti da pubblicare sul sito;
• grazie a diverse forme di televoto, i “più migliori” verranno selezionati dalla community;
• il 25 settembre 2010, nell’ambito di una manifestazione umilmente chiamata Perfect Day, la Scuola Holden (in persona) premierà i premiabili;
• il distillato del concorso sfocerà in una raccolta intitolata BluSuBianco.
Tutto questo grazie a chi? Alla Muller, alla Scuola Holden e, soprattutto, a Baricco.
Forse sto cominciando a capire. La scrittura? No, quella è secondaria. Quel che è veramente importante nel mondo della letteratura è ben altro: o’ bisnìs, sempre e solo o’ bisnis.
Una ventina di anni fa assistetti a una conferenza all’Unione Industriale di Torino. Uno dei relatori, di evidente provenienza partenopea, spiegò che i tempi “sono cambiati: oggi, o’ bisnìs non si fa più mettendo o’ bancariello fuori dalla porta”. Solo adesso capisco quanto avesse ragione. O’ bisnìs si fa con internet, con lo yogurt e con una buona dose di pragmatismo tale da trasformare in denaro contante la scrittura, la creatività e i sogni di gloria. È questo l’obiettivo, no?
Sono lontani i tempi degli scrittori maledetti, riempiti fino all’orlo di alcolici di scarsa qualità. Oggi è lo yogurt a muovere la penna. Il salutismo ha battuto il decadentismo. E, alla fine, o’ bisnìs ha vinto su tutti e due.

Commenti

Betty ha detto…
Che assurdità questo "concorso"! E pensare che sono intollerante al latte e derivati e mi perdo l'occasione...
Una curiosità: sesso una volta a settimana, ok. Ma la doccia? Un po' poco? Ovviamente, sdrammatizzo dicendo cagate (provocate dai fermenti lattici)...

Post popolari in questo blog

Racconti?

Wikipedia: fontare o non fontare

Facebook (4) – Libertà di diffusione