Erano anni che avevo un’idea in testa. C’entrava Magritte, il surrealismo e il quadro che rappresenta una pipa e su cui è vergata la frase “questa non è una pipa”. Era un’idea latente, di quelle che rimbalzano da una parete all’altra della scatola cranica ma non prende mai forma. Per un sacco di tempo l’ho portata con me, poi mi sono messo al pc e l’ho trasformata in un racconto. “Bene. Bravo.” Dopo aver riempito nove fogli A4, dopo aver letto e riletto, tagliato, corretto e limato ho stampato il raccontino godendomi un paio di minuti di soddisfazione. Poi mi sono chiesto “a che pro?” Se scrivi un romanzo rischi che non te lo pubblichi nessuno. Ma se scrivi un racconto o una raccolta di racconti sei sicuro di ottenere un solo risultato: più fogli in un cassetto di camera tua. A meno che… …a meno che non li usi per partecipare a un concorso. In questo ambito un racconto può servire a capire come scrive una persona, a valutare la sua capacità di creare ambienti, personaggi, situazioni e ...
Prima o poi doveva succedere. C'è sempre una prima volta. Ebbene sì, dopo un milione di lettere spedite e ingorate, finalmente qualcuno ha risposto. E mi fa molto piacere che sia capitato proprio con il Direttore di Radio2, Antonio Caprarica, uomo di rara intelligenza e arguzia (di suo, non solo perchè mi ha risposto, ovviamente). E allora, dopo la lettera pubblicata su questo blog qualche giorno fa , ecco la mail che ho trovato nella mia casella. Gentile Signor Borla La ringrazio sinceramente per l'apprezzamento e la stima che manifesta nei miei confronti (e verso le mie fatiche letterarie...). Trovo particolarmente gustose le Sue aggiunte alle mie notazioni circa le "stranezze" dei nostri vicini. E solo la mia passione verso la baguette croccante mi ha spinto a tacere le singolari abitudini igieniche che la circondano. Naturalmente ha ragione: non c'è limite alle "eccentricità" -per così dire- di tutti i popoli. Italiani inclusi. E infatti al momento s...
Egr. Direttore, Ho appena terminato di leggere il suo “Com’è dolce Parigi… o no?” e mi sono goduto con vero piacere le mille assurde sfaccettature del popolo francese che un attento osservatore come lei ha notato, e che in parte hanno confermato quanto da me registrato in anni di vacanze e pernottamenti in Francia. I racconti che recito agli amici a ogni ritorno d’oltralpe sono conditi di paragoni, che a molti sembrano esageratamente coloriti, tra il mondo anglosassone, teutonico o scandinavo e quello francese. Come posso sostenere che la Francia sia l’esatto contrario di ciò che per secoli ha preteso di essere? Cinica, fannullona, ampollosa, costantemente impegnata a ostentare una grandeur superba e arrogante? Come possono, i francesi, essere convinti di stare saldamente in cima a ogni classifica (tranne di quelle stilate dagli inglesi, ovviamente) se sono contemporaneamente impegnati a mostrare a tutti, tranne a loro stessi, l’esatto contrario? Mi ha fatto piacere trovarne conferma t...
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