Elogio funebre


Antonio Caprarica ci ricorda che un italiano su quattro vorrebbe fare lo scrittore, un dato da mettere in relazione con lo sconfortante record negativo detenuto dall’unico italiano su dieci che legge almeno un libro all’anno.
Il mestiere di scrittore (sempre che quello il mio possa definirsi tale) sfuma i contorni in quello di scriba. Ne ho già parlato tempo fa, ribadendo il concetto con un tentativo di vendita di un servizio di scrittura su Ebay.
E il mestiere procede, tra alti e bassi, complice il quadro astrale disastroso per la bilancia, soprattutto con Venere opposta. Perciò posso annunciare con orgoglio di aver scritto il mio primo elogio funebre (tra l’altro) per una persona che non ho mai conosciuto.
Mi era capitato di mettere assieme discorsi per politici, sindacalisti, innamorati corrisposti e non, associazioni, protestanti e protestati. Ma un elogio funebre... per fortuna c’è sempre una prima volta per tutto, anche per parlare di un defunto sconosciuto, sempre in attesa di entrare noi stessi in quella categoria. Degli sconosciuti? No, quell’altra, ovviamente.

Commenti

Anonimo ha detto…
Dopotutto scrivere porta anche a cose "divertenti".
Patty ha detto…
Dopotutto c'è chi viene pagato per scrivere queste cose, e non è neanche un brutto modo per guadagnarsi da vivere.. meglio di molti altri! pensaci...figurati adesso a S. Valentino quanto lavoro avresti.. (in messaggi d'amore non certo in elogi funebri! o almeno spero...)
Andrea Borla ha detto…
@Kinda: ed è anche vero che non si può sempre scegliere cosa scrivere. A scuola ci davano i temi e l'effetto era devastante... Me ne ricordo uno in terza: "scrivi l'ultima lettera di un condannato a morte durante il fascismo". (Uccidere la profia era poco...)

@Patty: per San Valentino sono pronto a diffondere messaggi romanitici e pieni di poesia. Millemila cuoricini...

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